venerdì 10 maggio 2013

Diventare Genitori 2013


ASPETTI PSICOLOGICI E RELAZIONALI ALL'INTERNO DELLA FAMIGLIA 

(RAPPORTI GENITORI, NONNI ED EVENTUALI ALTRI FIGLI) (1)

Dr.ssa Cristina Pratesi
Responsabile SOS Salute Mentale Infanzia Adolescenza 6-7
(Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Fiesole, Calenzano, Signa, Vaglia)

Aspettare un bambino, che sia desiderato o no, “programmato” o meno, costituisce un momento cruciale nella vita di una donna e rappresenta un’esperienza unica che coinvolge intensamente il suo corpo e la sua mente.
Troppo spesso la parte “psicologica” della gravidanza, viene trascurata, passa in secondo piano, come se la fisicità, la concretezza organica dell’essere incinta occupasse tutta la scena e convogliasse, accentrasse su di sé l’attenzione di tutti.
Quindi si tende a parlare molto di esami medici, di accertamenti vari, di mutamenti fisici, oppure di nausea, di vomito, di mal di schiena, ci si occupa di prevenzione delle smagliature, delle ragadi al seno, fino ad arrivare – in quei luoghi come erano i vecchi “corsi di preparazione al parto” -–ad apprendere tecniche di respirazione, di rilassamento muscolare per facilitare il momento del parto, permettendo alla donna di modulare il dolore fisico delle contrazioni.
Tutto questo è senza dubbio importantissimo, ma – visto che siamo composti da corpo e mente - cosa accade nella psiche mentre il processo biologico che dà origine alla vita di questa nuova creatura si instaura ed evolve?
Ebbene, all’inizio di esso corrisponde simultaneamente l’avvio di un altro processo - tutto mentale, in gran parte inconsapevole, inconscio - che porta di nuovo alla ribalta psichica della donna le fasi precedenti del suo sviluppo psicologico, in uno scenario in cui si rievocano emozioni che hanno a che fare con la nascita e con tutto il ciclo vitale.
La gravidanza si denota perciò come un momento di crisi psicologica che mobilita ansie e conflitti irrisolti e latenti, che son stati accantonati nel corso della crescita, dell’infanzia, ma contemporaneamente si apre alla maturazione, all’evoluzione, originando una nuova identità femminile: quella di madre.
Non nasce quindi solo un bambino, nasce anche una madre. (2)
E contemporaneamente nasce anche un padre.
E’ perciò molto importante la frequenza agli incontri con lo psicologo al corso di preparazione alla nascita (CAN), che permettono la condivisione di un’esperienza e la creazione di un’intimità fra donne, aiutano a prendere contatto con il proprio corpo e le sue trasformazioni, e inducono a avvicinarsi e riflettere sulle proprie fantasie e pensieri.
Offrono cioè alla gestante la possibilità di fare l’esperienza di uno spazio e di un tempo, in cui possono esser comunicate - e quindi possono “venire alla luce” - le ansie, le paure, l’ambivalenza, che ogni futura mamma prova, che sono normalmente presenti in ogni gravidanza, proprio perché, come si è detto, ogni gravidanza è un periodo di conflitti inevitabili che cambiano in funzione della storia personale e delle circostanze del momento
Partecipare al corso permette quindi alle donne in stato interessante e anche ai futuri papà di avvicinarsi a figure, come quella dello psicologo, altrimenti percepite come “minacciose”, perché ritenute - a torto - titolari di uno spazio riservato alla malattia mentale.
Non a caso, spesso noi psicologi siamo assimilati ai colleghi psichiatri sotto la comune qualifica di “strizzacervelli”!
Il nome stesso rimanda a pratiche violente, dolorose, sgradevoli e sgradite…
Conoscere lo psicologo durante il corso facilita invece enormemente l’apertura alla possibilità di un eventuale colloquio.
Sappiamo tutti molto bene quanto sia importante – in ogni situazione che implica un percorso sanitario – la qualità delle relazioni che si instaurano, il tipo di risposta che si riceve quando siamo “utenti”, “pazienti” di un Servizio.
Credo che ognuno di noi abbia presente qualche racconto in cui un paziente è stato trattato male, bruscamente o con sufficienza … anche senza arrivare alla “mala sanità”, magari restando solo nell’ambito di una “mala educazione”!
Allora, ci possiamo rendere conto dell’importanza che ha e del peso che può avere a maggior ragione tutto il dispositivo sanitario che accompagna la donna – ma anche il suo compagno, il futuro papà – durante i 9 mesi dell’attesa, durante il parto e dopo il parto, in tutte le prime fasi di vita del bebè.
Soprattutto: il clima che la donna in stato interessante sentirà attorno a sè, si potrà riflettere sulla relazione madre-bambino, sul rapporto di coppia, sul crearsi di questa nuova famiglia: se ci pensiamo un attimo, per noi operatori è una responsabilità enorme!
Pensiamo ad esempio al momento delle ecografie, dell’amniocentesi, della villocentesi, al momento in cui il sanitario deve “restituire” alla futura mamma e al futuro papà i risultati di questi accertamenti.
Al giorno d’oggi, nell’era delle biotecnologie, gli esami ecografici sono ormai di routine e permettono alla donna di ricevere un’esperienza sensoriale del suo bambino, mediante la vista, precedente a quella del sentirlo muovere dentro di sé. Le implicazioni psicologiche che comporta il vedere il bebè attraverso l’ecografia però sono molte e complesse: l’immagine ecografica è frammentata, parziale e molto diversa da quella di un bambino reale, tanto da attivare più facilmente ansie e paure.
E’ necessaria quindi la presenza di un ecografista che con grande sensibilità accompagni la donna incinta alla scoperta del suo bambino, per non ridurre ad un atto puramente ‘tecnico’ quello che invece potrebbe diventare un momento fondamentale per l’inizio della consapevolezza della genitorialità imminente.
Se pensiamo quindi al “clima” in quel periodo che dicevamo in precedenza, possiamo renderci conto di quanto bisogno abbia la donna di una figura di riferimento e di sostegno vicino a sé, di quanto già spontaneamente ricerchi la presenza della propria madre o di un’altra figura femminile che la sostituisca (come una sorella, una cognata, un’amica), del proprio compagno, del ginecologo, dell’ostetrica.
Certamente i rapporti nella coppia con l’arrivo di un bebé cambiano.
Altrettanto certamente cambiano i rapporti all’interno di tutta la famiglia, sia nel caso ci siano già altri figli (che potrebbero sentirsi “spodestati” dal nuovo venuto e quindi provare disagio, gelosia, potrebbero “regredire” nella speranza di attirare l’attenzione del genitore ecc.) sia con i propri genitori e i suoceri (che diventano nonni quindi sentono di invecchiare, di perdere il ruolo di genitore che finora era loro e non sempre riescono ad accettare questo “avvicendamento” naturale).
Non sempre questi cambiamenti sono facili da affrontare: i problemi che possono insorgere hanno però sempre un “perché” sottostante, che da soli non è possibile individuare, malgrado tutta la buona volontà, l’impegno e magari anche la convinzione di saperlo a priori!
Anche per essere aiutati a sciogliere queste dinamiche - che rischiano di far vivere con grande disagio momenti che altrimenti potrebbero essere davvero sereni ed importanti – rivolgersi alle figure di sostegno e di riferimento (ostetrica, psicologo) deve essere visto non come una sconfitta o una dimostrazione di incapacità personale, ma come uno strumento in più da poter utilizzare per il benessere proprio, della coppia, del bambino e della famiglia.

Bibliografia:
    “Un tempo per la maternità interiore. Gli albori della relazione madre - bambino” a cura di Gina Ferrara Mori, Borla ed, Roma 2008 (capitoli “La pre-infant observation” e “Essere accolte nella consultazione” di Cristina Pratesi)
1 Tutto questo avviene soprattutto quando si tratta della prima gravidanza; ma comunque ogni gravidanza induce trasformazioni ed ha il suo proprio significato specifico, collegato all’esperienza emozionale infantile della donna in stato interessante, ed in ogni caso offre alla futura madre un’occasione unica di integrazione e quindi potenzialmente di crescita psicologica.

2 Il presente testo è una versione molto ridotta ed “accorpata” di alcune relazioni presentate a Campi Bisenzio (Firenze, Incontri Informativi Villa Montalvo ), a Pordenone (Corso “Assistenza ostetrica alla gravidanza fisiologica”), a Monza (convegno La trama e l'ordito del nascere: il territorio e un grembo che accoglie? ), a Mirandola (Modena, Convegno “Il benessere della mamma, il piacere del bambino) a Sesto Fiorentino (La famiglia che cambia. II° Settimana Sestese dell'Allattamento)